Chiunque abbia un cuore

L'odio può fare molto rumore. L'amore e il coraggio sono di solito più silenziosi, ma alla resa dei conti, sono i più forti.   Janice Cohn, da -The Christmas Menorahs-

 

  Nelle prime ore di una domenica mattina, l'8 dicembre 1996, dopo la seconda notte di Hanukkah (festa delle luci), qualcuno prese una mazza da baseball e ruppe la finestra di una casa a Newtown, in Pennsylvania.

  La polizia locale poteva considerarlo un semplice atto di vandalismo se non fosse stato per un particolare significativo: la casa colpita era l'unica di tutta la strada in cui, dietro la finestra, era esposto un Menorah (il candelabro a sette o nove bracci) illuminato.

  Il colpevole era passato deliberatamente attraverso la finestra rotta, aveva preso il Menorah l'aveva buttatp in terra, mandandolo in frantumi.

  Il Menorah è il simbolo della Festa delle luci ebraica, o Hanukkah, una festività che dura otto giorni e che ha luogo più o meno in coincidenza con il Natale. Come un presepio ricorda ai cristiani la loro eredità e la loro fede, un menorah le ricorda agli Ebrei. E' il simbolo del miracolo.

  La donna di Newtown non pensò ai miracoli quando scoprì quello sfacelo nel giardino davanti casa. Non era la prima volta che lei e la sua famiglia venivano presi di mira. Quando era bambina, era fuggita dall'Unione Sovietica con sua madre (una sopravvissuta all'Olocausto) e suo padre per salvarsi dalle persecuzioni, ed era emigrata negli Stati Uniti. Ma adesso, vedendo il candelabro rotto, quella paura ancora così familiare tornò a preoccuparla.

  Lisa Keeling, una giovane madre che abitava in fondo alla strada, aveva saputo dell'incidente quando lei e la sua famiglia stavano tornando dalla messa. "Un vicino mi aveva lasciato un messaggio sulla segreteria telefonica", racconta oggi Lisa. Visto che sono una ex poliziotta, pensava che sapessi il numero di casa del commissario capo, in modo da potergli riferire immediatamente l'accaduto."

  Lisa era come pietrificata dalla notizia. Newtown ospitava circa 1.500 famiglie di culture e religioni diverse. Nonostante ci fosse stato, in passato, qualche fatto occasionale, non aveva mai sentito di nessuno discriminato per la sua fede o Etnia. Si chiedeva perciò quale effetto avrebbe avuto questo episodio sulle altre famiglie ebree del quartiere. Avrebbero avuto paura di tirare fuori i loro menorah? Come si sarebbe sentita lei se qualcuno avesse profanato una statua di Gesù Bambino sul suo prato?

  Se non tutti sono liberi di seguire il loro credo religioso, allora non esiste la libertà.

  A Lisa venne un'idea. "Vorrei comprare un menorah e metterlo alla finestra, in modo da far capire a questa famiglia che non è sola in questo momento", disse a suo marito. "se i vandali tornano, dovranno prendersela anche con noi. Che ne pensi?"

  Il marito non esitò un solo istante. "Vai e compralo", le rispose.

  Lei chiamò il vicino e gli spiegò il suo progetto. "Perchè non contatti Margie Alexander?" le suggerì l'uomo. "Sta facendo la stessa cosa."

  Margie abitava proprio dietro l'angolo, e faceva parte del gruppo di sorveglianza del quartiere. Quando Lisa le aveva raccontato l'accaduto, era rimasta di sasso esattamente come lei.

  "Lavoro con donne che hanno problemi di salute, quindi so che aspetto ha il dolore", dice Margie. "Quando andai a trovare la signora che era stata vittima dell'incidente, sul suo viso riconobbi lo stesso identico dolore. Per alleviare le sofferenze che incontro mentre lavoro non riesco a fare molto, ma in questo caso ero convinta di poter fare qualcosa in più."

  Margie, infatti, stava passando in rassegna negozio dopo negozio alla ricerca dei menorah. "E' stato praticamente impossibile trovarne, fino ad ora", relazionò per telefono a Lisa.

  Da casa Lisa cominciò a chiamare tutti i negozi, segnalando poi a Margie in quali poteva trovare i candelabri. "Comprane più che puoi", le suggerì, visto che molti vicini cristiani erano venuti a chiedere cosa fare, dove comprarli e come sistemarli.

  La voce si stava spargendo.

  Era quasi il tramonto, il momento in cui si

accendono i menorah. Margie era tornata a casa e aveva distribuito in fretta ai vicini tutto ciò che aveva trovato.

  "Tolsi da una delle mie finestre le luci natalizie e le sostituii con il menorah", ricorda oggi Lisa. "Volevo che nostro messaggio fosse più chiaro possibile." Si sentiva pronta ad affrontare eventuali problemi? "Forse ci avevo pensato", dichiara. "Ma sostenere un principio è qualcosa che fai e basta."

  Alla sera, quando la signora ebrea imboccò la strada, si fermò sbalordita. Ad accoglierla c'era un mare di luce arancioni, che illuminavano di silenziosa solidarietà le finestre delle diciotto case cristiane del suo isolato.

  Siamo con te, sembrava suggerire il caldo luccichio. tenendo a freno le lacrime, tornò a casa, sostituì le lempadine rotte del suo menorah, e lo risistemò alla finestra.

  I vandali non agirono quella notte. Tempo dopo la Polizia arrestò tre ragazzini, i quali ammisero che l'inaspettata dimostrazione di unità e forza del quartiere gli aveva scoraggiati dall'agire di nuovo.

  Ma non erano i soli a essere rimasti colpiti. Mentre l'Hanukkah proseguiva, altre famiglie cristiane del vicinato presero l'abitudine di esporre un menorah accanto al vischio ed al presepe.

  "Mi era capitato, mentre guidavo, di vedere un menorah alla finestra di qualcuno, e di pensare: "Ho visto quella famiglia in chiesa. Non sono ebrei". Poi realizzavo che stavano sostenendo noi proprio come noi sostenevamo i nostri vicini", rammenta Lisa.

  Anche altre famiglie ebree del quartiere, ritrovata la fiducia, tirano fuori i loro memorah. La notizia si diffuse, reporter e responsabili di programmi radio-televisivi, uno addirittura dall'Israele, contattarono le donne per intervistarle. I pastori delle chiese locali elogiarono nelle loro omelie la risposta solidale della comunità, e una sinagoga invitò Lisa e Margie ad una funzione, in modo che la congregazione le potesse ringraziare personalmente.

  "Il rabino ci consegnò un libro che raccontava di una storia simile avvenuta nel 1993 a Billings nel Montana", dice Lisa. "In risposta ad episodi di odio, il giornale aveva stampato in prima pagina la foto di un menorah, e migliaia di persone l'avevano appesa alle loro finestre. Era una storia che non avevamo mai sentito, eppure avevamo agito esattamente nella stessa maniera."

  Margie e Lisa sono ancora strabiliate per tutta l'attenzione che hanno ricevuto facendo qualcosa che "chiunque abbia cuore avrebbe fatto". E hanno intenzione di esporre i menorah anche in futuro. "E' diventato l'elemento natalizio a cui tengo di più", dice Margie "perchè rappresenta una meravigliosa lezione che ho imparato: un solo piccolo passo nella giusta direzione può essere molto contaggioso. Può rendere migliore la vita di ognuno di noi."

tratto da *Gli Angeli ci vogliono bene*

di JoanWester Anderson

 

Questo racconto è quello che amo di più di quelli scritti da questa scrittrice. L'ho letto e riletto moltissime volte, e ogni volta mi emoziona sempre di più. Spero che anche a voi trasmetta qualcosa di positivo. Alba

  

  

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I disegni degli Angeli di questa sezione sono © di: Donald Zolan


Rielaborazione grafica © by Alba