Ho messo ali
al mio cuore
per dare
un ‘opportunità
di libertà
al mio corpo
prigioniero del nulla
Ho messo parole
di pace
alla musica
della speranza
per dare un senso
alla mia vita
Poi ho preso
l’arcobaleno
e l’ho messo
come ponte
tra i sud
e i nord
di questo
nostro mondo
::::
Utopia africana
Doglie
dolorose
grida
di un parto
difficile.
Lacrime,
sudore,
fango...
Donne
tante
attorno
alla
grande madre.
Alto
si
leva
un
lamento
di
dolore
infinito.
E'
un parto
faticoso
difficile.
Da
lontano
intimoriti
gli
uomini
osservano.
La
grande madre
suda
piange.
Non
era mai successo...
Angoscia
frammista
a paura
è
scritto
sul
suo volto
geografia
di
mille dolori
subiti
e
nascosti
di
troppe tragedie
sofferte
e
represse.
Teme
che
il bimbo
possa
nascere
morto...
Ma
le stelle
raccontano
che
nascerà
e
vivrà.
La
grande madre
ce
la farà
darà
alla luce
una
creatura
nuova
di
nome
Utopia.
...
I
lamenti
diventano
piano
piano
piano
dolci
nenie
sommesse
profezie
sotterranee
di
nuove
aurore.
::::
Le foglie
Autunno
inoltrato
cadono
le foglie
ad una
ad una
senza fretta
inesorabilmente
intanto il mondo
continua ad amare
e a odiare
a inventare
progetti di pace
e armi micidiali
continua a scrivere (a
fotocopiare?)
pagine di storia
mentre le foglie
cadono
ad una
ad una
senza fretta.
Preannunciano
inverni
e nel cuore
nascondono
semi di primavera.
::::
Non rubateci il sogno
Avete estratto
materie
prime
seconde e terze
e altro ancora.
Avete importato
corruzione
esportato dignità...
avete saccheggiato
progetti
e ucciso speranze...
ma per favore
non rubateci
il sogno.
Vi siete lasciati
guidare
dall’istinto del potere;
l’arsura
di grandezze
ha confuso i confini
di un’Africa libera.
Avete tradito
i
nostri ideali
avete calpestato
le nostre lotte
e dimenticato
le
promesse di pace
fatte sotto le stelle
nelle notti d’ebbrezza
quando
cantavamo
città liberate...
Ma per favore
non rubateci
il sogno fatto
nelle notti
di luna piena.
Il sogno
di avere per madre
una donna
di
nome Africa
che sola
contro tutti
e tutto
vince la scommessa
della
Vita.
Non rubateci
questo sogno vero.
::::
Fotocopia
Ho provato
a scrivere il
tuo nome
con i colori
dell’arcobaleno.
Ti ho disegnato
con i pastelli più svariati.
Ho inventato
colori
mai esistiti
per raccontare
le lingue
dei tuoi popoli.
Ho
intinto il pennello
nel cuore delle tue donne
e ho dipinto i fiumi
che dove passano
generano vita.
Ho raccolto
le risa zampillanti
dei tuoi bimbi
e ho dato voce
alla
brezza leggera
che accarezza
le tue mille colline;
ho preso il
coraggio
dei tuoi uomini
e ho dato colore
ai mari
che ti abbracciano
e ti proteggono.
Poi
ho consegnato il tutto
alle stampe
con preghiera
di pubblicazione
e
diffusione.
Grazie.
Finalmente
avranno
un’immagine nuova
di te
mia amata Africa!
L’hanno pubblicato
l’hanno diffuso
il mio lavoro...
Ma
una fotocopia
in bianco e nero
aveva
annullato i colori
appiattito la
gioia
svilito il coraggio
e la voglia di vita.
Una fotocopia
sbiadita
riproduceva
il solito
vecchio cliché
di sempre
come sempre.
:::
Immigrata '98
Non dirle
cosa scrivono
di lei.
Non raccontarle
cosa dicono
di lei.
Non farle sapere
cosa pensano
di lei.
E' già pesante
il giogo atavico
che deve portare
è già estenuante
la sua lotta
per sopravvivere
é già dura
la sua giornata
di donna
di madre
di moglie
di compagna
casuale.
E poi,
sa già
cosa scrivono
cosa dicono
e anche
cosa pensano
di lei.
Lo sa
perchè
lo legge
nei tuoi occhi
nel tuo viso
nel tuo cuore.
::::
Giacca a vento