Il cielo dell'Anima
Un uomo aveva sempre il cielo
dell'anima coperto di nere nubi. Era incapace di credere alla bontà,
all'amore, alla solidarietà, ma soprattutto non credeva alla bontà e
all'amore di Dio.
Un giorno, mentre era sulle colline che attorniavano il suo villaggio,
sempre tormentato dai suoi scuri dubbi, incontrò un pastore. Il
pastore era un brav'uomo, dagli occhi limpidi. Si accorse che lo
sconosciuto aveva l'aria particolarmente disperata e gli chiese:
"Che cosa ti turba tanto amico ?". "Mi sento immensamente solo",
rispose l'uomo.
"Anch'io sono solo, eppure non sono triste", disse il pastore. "Forse
perché Dio ti fa compagnia?", chiese.
"Hai indovinato !" rispose.
"Io invece non ho la compagnia di Dio. Non riesco a credere al suo
amore. Com'è possibile che ami gli uomini, uno per uno ? Com'è
possibile che ami me?"
"Vedi laggiù il nostro villaggio?" gli chiese il pastore. "Vedi anche
le case e le finestre di ogni casa?"
"Vedo tutto questo", rispose.
"Allora non devi disperare. Il sole è uno solo, ma ogni finestra della
città, anche la più piccola, la più nascosta, ogni giorno viene
baciata dal sole, nell'arco della giornata".
Anonimo
Regala ciò che non hai
Occupati dei guai,
dei problemi del tuo prossimo.
Prenditi a cuore gli affanni,
le esigenze di chi ti sta vicino.
Regala agli altri la luce che non hai,
la forza che non possiedi,
la speranza che senti vacillare in te,
la fiducia di cui tu sei privo.
Illuminali dal tuo buio.
Arricchiscili con la tua povertà.
Regala un sorriso
quando hai voglia di piangere.
Produci serenità
dalla tempesta che hai dentro.
"Ecco, quello che non ho, te lo do".
Questo è il tuo paradosso.
Ti accorgerai che la gioia
a poco a poco entrerà in te,
invaderà il tuo essere,
diventerà veramente tua
nella misura in cui
l'avrai regalata agli altri.
Alessandro Manzoni
Due amici
Molti anni fa, in Cina, vivevano
due amici. Uno era molto bravo a suonare l'arpa. L'altro era dotatissimo
nella rara arte di saper ascoltare.
Quando il primo suonava o cantava di una montagna, il secondo diceva:
"Vedo la montagna come se l'avessimo davanti".
Quando il primo suonava a proposito di un ruscello, colui che ascoltava
prorompeva: "Sento scorrere l'acqua fra le pietre".
Ma un brutto giorno, quello che ascoltava si ammalò e morì.
Il primo amico tagliò le corde della sua arpa e non suonò mai più.
Bruno Ferrero