Yuko è un giovane poeta giapponese. Nei suoi Haiku sa cantare solo lo splendore e la bianchezza della neve.
Soseki è un anziano pittore divenuto cieco. Vive nel ricordo di un amore perduto.
Neve è una ragazza bellissima. Il suo corpo giace per sempre tra i ghiacci.
A legare i loro destini, un filo, disperatamente teso tra le cime di due montagna, come sinbolo di un esercizio funambolico impossibile da eseguire.
Una favola senza tempo, che parla al lettore di vita e di poesia, di amore e di morte, e di un fiocco di neve che cade leggero dal cielo.
...Yuko Akita aveva due passioni. L'haiku. E la neve.
L'haiku è un genere letterario giapponese. E' una breve poesia di tre versi e diciassette sillabe. Non una di più.
La neve è una poesia , una poesia che cade dalle nuvole in fiocchi bianchi e leggeri.Questa poesia arriva dalle labbra del cielo, dalla mano di Dio.
Ha un nome. un nome di un candore smagliante.
Neve...
"Padre," disse il mattino del suo compleanno, in riva al fiume argentato, "voglio diventare poeta."... ..."La poesia non è un mestiere. E' un passatempo. Le poesie sono acqua che scorre. Come questo fiume." "E' esattamente quello che voglio fare. Imparare a guardare il tempo che scorre."
"Cos'è la poesia?" domandò il monaco. "E' un mistero ineffabile" rispose Yuko. Un mattino, il rumore della brocca d'acqua che si spacca fa germogliare nella testa una goccia di poesia, risveglia l'animo e gli conferisce la sua bellezza. E' il momento di dire l'indicibile. E' il momento di viaggiare senza muoversi. E' il momento di diventare poeti. Non abbellire niente. Non parlare. Guardare e scrivere. Con poche parole. Diciassette sillabe. Un Haiku. Un mattino, ci si sveglia. E' il momento di ritirarsi dal mondo, per sbalordirsene. Un mattino, si prende il tempo per guardarsi vivere.
La neve possiede cinque caratteristiche principali:
E' bianca. Congela la natura e la protegge. Si trasforma continuamente. E' sdrucciolevole. Si muta in acqua.
...
...Yuko, invece, nella sua compagna vedeva cinque caratteristiche diverse, che appagavano il suo talento artistico. "E' bianca. Dunque è una poesia. Una poesia di una grande purezza. Congela la natura e la protegge. Dunque è una vernice. La più delicata vernice dell'inverno. Si trasforma continuamente. Dunque è una calligrafia. Ci sono diecimila modi per scrivere la parola neve. E' sdrucciolevole. Dunque è una danza. Sulla neve ogni uomo può credersi funambolo. Si muta in acqua. Dunque è una musica. In primavera trasfrma fiumi e torrenti in sinfonie di note bianche."
La giovane donna imprigionata sotto il ghiaccio sembrava fragile e tenera come un sogno. Il fulgore della sua chioma d'oro risplendeva come fiamma di torcia. Le sue palpebre, benchè chiuse, lasciavano trsparire il blu gelido degli occhi, come se l'usura del ghiaccio avesse reso diafana la tenue pelle che proteggeva lo sguardo. Il suo viso era bianco come la neve. Yuko la guardò in silenzio, soggiogato da tanta bellezza.
Il primo giorno di lezione, vicino al fiume ancora immerso nell'alba, il vecchio Soseki chiese a Yuko di chiudere gli occhi e di immaginare il colore.
"Il colore non è all'esterno. Esso è in noi. Solo la luce è fuori," disse. "Cosa vedi?" "Nulla. Con gli occhi chiusi vedo solo del nero. Perchè, voi no?" "No," rispose Soseki. "Io vedo ancora il blu delle rane e il giallo del cielo, chi è il più cieco tra noi due?"
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