...quando la solitudine
del cuore
tocca il punto estremo dell'abbandono
e della sofferenza,
e si incrina,
allora provoca
il germe della speranza.
Il tempo di Pasqua, tempo forte, centro di
tutto l’anno.
RIFLESSIONE
Siamo nel cuore dell'anno liturgico e ci sentiamo nell'impossibilità di
dire cose adeguate al mistero grande che la Liturgia pone di fronte ai
nostri occhi, perché il nostro cuore faccia professione di fede.
È quanto ci invita a fare il Vangelo: «entrò, vide e credette»: la fede
nasce dal «vedere» che sollecita la libertà ad affidarsi al mistero, che
sta «Oltre» a ciò che balza agli occhi.
Dalla Parola che ci invita a credere nascono due conseguenze importanti:
il cambiamento del cuore e la testimonianza.
Dalla risurrezione di Gesù viene per noi uno «stato di vita» nuovo: «voi
siete già morti e (ormai) la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!»,
egli è risorto per noi e così siamo già risorti in lui: il comportamento
del cristiano deve essere un segno di questa novità.
Ma di fronte all'annuncio della resurrezione la reazione potrebbe anche,
più o meno, essere descritta in questo modo: «non può essere vero, ma
anche se lo fosse io non posso fare altro che occuparmi di ciò che sto
facendo».
Cosa vide Giovanni? Un sepolcro vuoto. Vide e cominciò a capire. La sua
mente, che non poteva in alcun modo essere pronta ad un evento come la
risurrezione, incomincia a ricordare le cose dette da Gesù; riscopre il
senso della morte in croce e si incammina ad essere veramente un discepolo
credente.
Per i nostri sensi, ai quali diamo così tanta importanza, la risurrezione
di Gesù non è altro che un sepolcro vuoto; Gesù, ormai, non è più da
cercare tra i morti ma in mezzo ai vivi; non è più a Gerusalemme, ma è
vivo in ogni angolo della terra e nel cuore di ogni credente. Giovanni
vide le bende e credette: noi siamo nella stessa situazione.
Dobbiamo metterci alla ricerca delle bende di Gesù e non dobbiamo
aspettarci di vederlo con i nostri occhi (almeno per ora).
Se il paragone non è troppo tirato, potremmo dire che le bende. segno che
Gesù non è un morto definitivamente sepolto, mi a che ora è «altrove», le
possiamo vedere nella Chiesa.
La liturgia eucaristica, la vita fraterna, la visibilità ecclesiale, in
una parola, la storicità della Chiesa concreta, sono le bende che ci
rimandano a «vedere» Gesù risorto.
Con gli occhi di una fede matura noi superiamo la miopia di un
cristianesimo superficiale, per mettere tutta la nostra vita nelle mani
del risorto; noi sappiamo che Gesù è risorto perché «siamo stati al
sepolcro e non lo abbiamo visto»; in compenso Gesù ha lasciato le sue
bende perché anche noi, come Giovanni, possiamo dire «ho visto ed ho
creduto».
Don Luigi Galli
In principio era il Verbo, il Verbo era
presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.
Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo
non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue,
né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati
generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di
grazia e di verità.
Giovanni gli rende testimonianza e grida: «Ecco l'uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.
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