Le leggende di Natale
Gli animali
Si
dice che allo scoccare della mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre,
gli animali - in special modo gli animali nelle fattorie
acquistino il meraviglioso ed inusuale dono della parola. Buoi,
mucche, cavalli, maiali e polli iniziano a parlare tra di loro e si
scambiano strani segreti sul genere umano, in particolar modo sui
loro padroni. Ma non tentati di ascoltarli di nascosto! La leggenda
dice che potrete attirare su di voi la sfortuna, la cecità o
addirittura la morte se tenterete di spiarli!
La Stella di Natale
La famosa "Stella di
Natale" che da secoli si lega agli allestimenti tipici del Natale,
sarebbe nata dal regalo ad un bimbo. Narra la leggenda, che il 25
dicembre di un anno dimenticato dalla storia, un bimbo povero entrò
in una chiesa per offrire un dono a Gesù nel giorno della sua
nascita. Triste e vergognoso per il suo poco degno mazzo di frasche,
il bambino perse una lacrima fra quei ramoscelli che un miracolo
trasformarono nel fiore più rosso e bello che i suoi occhi avessero
mai visto.
Rudolph , la renna con il naso
rosso
Una leggenda moderna
nata negli USA è quella della nona renna, inventata negli uffici
della Montgomery Ward (una grande catena di magazzini americani) nel
1939 quando la direzione decise di donare ai propri clienti una
nuova favola per Natale. Nacque così Rudolph, la renna "dal grosso
naso rosso", una specie di brutto anatracolo salvato
dall’emarginazione da Babbo Natale che del suo difetto fisico fece
un pregio nelle lunghe notti di nebbia.
La slitta di Babbo
Natale
Questa leggenda è
nordica: la slitta, originariamente si diceva che la slitta fosse
trainata da una sola renna, poi la versione è cambiata, ed
apparivano otto renne. Infine se ne è aggiunta una nona, Rudolph
appunto. Questo numero spiega la velocità con cui Babbo Natale
riesca a far fronte alle innumerevoli richieste provenienti da ogni
parte del mondo.
Il Presepe.
Il primo vero presepe della
storia fu creato nella chiesa di Santa Maria
Maggiore, a Roma. Questa usanza divenne così popolare che presto
tante altre chiese vi aderirono.
Ognuna creava
un presepio particolare ed unico. Le scene della natività erano
spesso ornate con oro, argento, gioielli e piete preziose.
Anche se molto popolare tra le classi più ricche, questa opulenza era
quanto di più distante dal signigificato della nascita di Gesù.
Dobbiamo il "nostro" presepe attuale a San Francesco d'Assisi, che nel
1224 decise di creare la prima Natività come era veramente descritta
nella Bibbia. Il presepe che San Francesco creò nel paese di Greccio,
era fatto di figure intagliate, paglia e animali veri.
Il messaggio era diretto, e poteva essere capito e recepito da
tutti, ricchi e poveri.
La popolarità del presepe di San Francesco crebbe fino ad espandersi
in tutto il mondo.
In Francia si chiama Crèche, in Germania Krippe, in Spagna e America
Latina si chiama Nacimiento, nella Repubblica Ceca si dice Jeslicky,
in Brasile si dice Pesebre, e in Costa Rica si dice Portal.
La leggenda dell'Agrifoglio.
Un piccolo orfanello viveva presso
alcuni pastori quando gli angeli araldi apparvero annunciando la
lieta novella della nascita di Cristo.
Sulla via di Betlemme, il bimbo intrecciò una corona di rami
d'alloro per il neonato re.
Ma quando la pose davanti a Gesù, la corona gli sembrò così indegna
che il pastorello si vergognò del suo dono e cominciò a piangere.
Allora Gesù Bambino toccò la corona, fece in modo che le sue foglie
brillassero di un verde intenso e cambiò le lacrime dell'orfanello
in bacche rosse.
Il bastoncino di zucchero
Il bastoncino di zucchero è stato a
lungo un simbolo del Natale, con il suo gusto di menta
Perché i bastoncini di zucchero sono bianchi a strisce rosse? La
tradizione vuole che fossero inventati da un dolciaio che aveva
intenzione di creare un dolce che ricordasse Gesù alle persone. Ecco
cosa rappresenta il bastoncino di zucchero:
E' fatto di caramello solido perché Gesù è la solida roccia su cui sono
costruite le nostre vite (Matt 16:18) (1Thess 5:24).
Al caramello diede la forma di una "J" per Jesus (Gesù in inglese) (Atti
4:12), mentre per altri è la forma di un bastone da pastore, perché
Gesù è il nostro pastore (Giovanni 10:11).
I colori sono stati scelti anche per rappresentare l'importanza di Gesù:
il bianco per la purezza e l'assenza di peccato in Gesù (Heb 4:15) ,
e la larga striscia rossa rappresenta il sangue di Cristo versato
per i peccati del mondo (Giovanni 19:34-35). Le tre strisce rosse
sottili rappresentano le strisce lasciate dalle frustate del soldato
romano (Isaia 53:5).
Il sapore del bastoncino è di menta piperita che è simile all'issopo,
pianta aromatica della famiglia della menta usato nel Vecchio
Testamento per purificare e sacrificare. Gesù è il puro agnello di
Dio venuto a sacrificarsi per i peccati del mondo.
La leggenda del Pettirosso.
Un piccolo uccellino marrone
divideva la stalla a Betlemme con la Sacra famiglia.
La notte, mentre la famiglia dormiva, notò che il fuoco si stava
spegnendo.
Così volò giù verso le braci e tenne il fuoco vivo con il movimento delle
ali per tutta la notte, per tenere al caldo Gesù bambino.
Al mattino, era stato premiato con un bel petto rosso brillante come
simbolo del suo amore per il neonato re.
La leggenda delle Palline di vetro
A Betlemme c'era un artista di
strada molto povero che non aveva nemmeno un dono per il Bambino Gesù così egli andò da Gesù
e fece ciò che sapeva fare
meglio, il giocoliere, e lo fece ridere.
Questo è il perché ogni anno sull'albero di Natale appendiamo le Palle
colorate - per ricordarci delle risate di Gesù Bambino.
La leggenda delle Campane di Natale
I pastori si affollarono a
Betlemme mentre viaggiavano per incontrare il neonato re. Un piccolo
bimbo cieco sedeva sul lato della strada maestra e, sentendo
l'annuncio degli angeli, pregò i passanti di condurlo da Gesù
Bambino. Nessuno aveva tempo per lui.
Quando la folla fu passata e le strade tornarono silenziose, il bimbo udì
in lontananza il lieve rintocco di una campana da bestiame. Pensò
"Forse quella mucca si trova proprio nella stalla dove è nato Gesù
bambino!" e seguì la campana fino alla stalla ove la mucca portò il
bimbo cieco fino alla mangiatoita dove giaceva il neonato Gesù.
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