Dialogo tra i Magi e Maria
I magi: "Una stella ci ha annunciato
che Colui che è nato è il re dei cieli.
Tuo figlio comanda gli astri,
che sorgono solo al suo ordine".
Maria: "E io vi rivelerò un altro segreto,
perché ne siate persuasi:
da vergine, ho dato la luce a mio figlio.
Egli è figlio di Dio.
Andate, e annunciatelo alle genti!"
I magi: "Pure la stella ce l'aveva fatto conoscere,
che tuo figlio è figlio di Dio e Signore".
Maria: "Mari e monti lo testimoniano;
tutti gli angeli e tutte le stelle:
Egli è il figlio di Dio e il Signore.
Datene l'annuncio nelle vostre terre,
che la pace si diffonda nel vostro paese".
I magi: "Che la pace del tuo figlio
ci riporti nel nostro paese,
senza pericoli come siamo venuti,
e quando Egli dominerà il mondo,
che visiti e benedica la nostra terra".
Maria: "Esulti la Chiesa e intoni gloria,
per la venuta del figlio dell'Altissimo,
la cui luce ha illuminato cielo e terra,
benedetto Colui la cui nascita
allieta il mondo!"
Efrem Siro (306-373)
I tre Santi
I tre santi Re Magi d'Oriente
chiedevano fermandosi in ogni città:
"O donne, o fanciulle, sapreste dirci
la strada per Betlemme dove va?"
Né giovani né vecchi lo sapevano
e essi riprendevano il tragitto,
ma una cometa dalla chioma d'oro
or li guidava come una lanterna.
La stella sulla capanna di Giuseppe
alfine si fermò e i santi tre re Magi
alla soglia si poterono
affacciar;
muggiva il bue, piangeva il bambinello,
e i Re Magi cominciarono a cantar.
Heinrich Heine (1797-1856)
La stella
Persero un giorno la stella.
Com'è possibile perdere la stella?
Per averla fissata troppo a lungo...
I due re bianchi,
ch’erano due sapienti di Caldea,
col bastone
tracciarono sul suolo grandi cerchi.
Si misero a far calcoli, si grattarono il mento...
Ma la stella era scomparsa
come sscompare un’idea,
e quegli uomini, l'anima dei quali
aveva sete di essere guidata,
piansero drizzando le tende di cotone.
Ma il povero re nero, disprezzato dagli altri,
disse a se stesso:
"Pensiamo alla sete
che non è la nostra.
Occorre dar da bere, lo stesso, agli animali".
E mentre reggeva il suo secchio,
nello spicchio di cielo
in cui si abbeveravano i cammelli
egli scorse la stella d’oro che danzava silente.
Edmond Rostand (1868-1918)
Il presepio
della mia infanzia
Alla nostra
impazienza
mamma, ogni anno,
interrompeva:
"per quest'anno", e
sorrideva,
"non potreste farne
senza?"
Farne senza? Oh idea
funesta!
Ed allora tutti
quanti,
pazienti come santi,
preparavano la festa.
Mamma e zii con
cartapesta
con colori e
con pennelli
rifacean grotte,
castelli,
un deserto, una
foresta.
Da una vitrea fontana
un ruscel di
filigrana
discendea placido e
muto
fra due sponde di
velluto.
E, nel fondo, era la
stalla.
Il baglior d'un
limicino
difondea una luce
gialla
su Maria e sul
Bambino.
San Giuseppe era tra
il bue
e il somaro, che
guardavano
ed il capo
dondolavano
gravemente, tutti e
due.
I pastori erano di
cera,
che gli zii gli
avevano costruiti
di gran belli e di
gran brutti,
d'ogni età, d'ogni
maniera.
I Re Magi avean lor
scorta
ed un'elefante
immenso,
che portava mirre,
incenso
e ricchiezze d'ogni
sorta.
discendeva anche papà
verso sera, con
quell'aria
un pò arguta e un pò
bonaria:
"bello! Ah! Bello! In
verità!"
"Ma perchè il Moro
non stà ritto?"
"Eh! vedi... è un pò
sconnesso,
ma...si aggiusta..."
"E se è permesso,
come mai Gianduia è
quà?"
"Per fare numero!" "Aaah!
stupende
quelle rocce! e, se
vi indendo,
il brigante ed il
reverendo,
per far numero?"
"Eh...s'intende..."
Certo misto era il
corteo:
con pastori veniam
tre o quattro
burattini del teatro,
fra un arcangelo ed
un ebreo.
Sorrideva ora papà:
"per Natale, a me
bambino,
non presepi! E, in su
mattino,
non balocchi in
quantità..."
Carlo Chiaves
(1882-1919)
I re Magi
Una luce vermiglia
risplende nella pia
notte e si spande via
per miglia miglia e
miglia.
Oh nova meraviglia!
Oh fiore di Maria!
Passa la melodia
e la terra si
ingiglia.
Cantano tra il
fischiare
del vento per le
forre,
i biondi angeli in
coro;
ed ecco Baldassarre,
Gaspare e Melchiorre
con mirra, incenso e
oro.
Gabriele
D'Annunzio (1863-1938)
Epifania
"Non
ho come i Magi
che sono ritratti nelle immagini
dell'oro da donarti."
"Dammi la tua
povertà."
"Non ho nemmeno,
Signore,
la mirra dal
buon profumo
e neppure l'incenso
in tuo onore."
"Figlio mio. dammi il
tuo cuore."
Francis
Jammes (1868-1938)
La stella di Natale
Era pieno inverno.
Soffiava il vento della steppa.
E tremava il neonato nella grotta
sul crinale della collina.
Il fiato del bue lo riscaldava.
Animali domestici stavano nella grotta,
sulla mangiatoia aleggiava un tiepido vapore.
E lì accanto, mai
scorta fino allora,
più discreta d'un
lucignolo
alla finestra d'un
capanno,
riluceva una stella
sulla via di Betlemme.
Una gran folla si
assiepava presso la collina.
Albeggiava.
Comparivano i tronchi dei cedri.
E a loro: "Chi
siete?" chiese Maria.
Noi, stirpe pastori e
messaggeri del cielo,
siamo qui per cantare
lodi a voi due.
"Non si può, tutti
insieme.
attendete sulla
soglia"
Albeggia. Dalla volta
celeste l'alba scacciava,
come granelli di
polvere, le ultime stelle.
E dalla gran folla
solo i Magi
Maria lasciò entrare
nella grotta.
I Magi, nell'ombra,
in quella stalla buia
bisbigliavano,
trovando a fatica le parole.
A un tratto qualcuno,
nell'oscurità,
con la mano trasse un
po' a sinistra
dalla mangiatoia uno
dei tre Magi;
e quello si volse:
dalla soglia, come fosse in visita,
alla Vergine guardava
la stella di Natale.
Boris Pasternak
(1890-1960)
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Poesie tratte dal
libro
"Seguendo una stella" di Carla Bonamici
e Clotilde Buratti |