La messa della grande festa...
...Per meglio incominciare la festa, mia madre concedeva- lei così
parsimoniosa- a sé ed a me il sibaritico lusso d'una tazza di "nero
bollente" al tavolino d'un caffeuccio, già aperto a quell'ora sull'angolo
di via Roma.
Con lentezza sapiente assaporavo la bevanda per me preziosa, e mi riempivo
le nari del suo aroma; non avrei voluto finire mai. Mi sentivo calda
calda, con le vampe al viso; e leggerissima. L'atmosfera fumosa e satura
di alcool, il banco rivestito di metallo bianco riflettente le fiammelle
del gas, le bottiglie multicolori allineate sulle scansie eccitavano la
mia fantasia.
- Presto, presto- diceva la mamma, alzandosi snella e pagando al banco-
presto, presto: che non s'arrivi a messa già incominciata!...
Ancora un tuffo nelle vie buie: ancora ammiccar di fanali pazienti e
saggi: poi, l'aprirsi di una porta chiodata, il sollevarsi d'una pesante
portiera: uno splendor di lumi, un'ondata d'incenso, un fremere, un
piangere d'organo.
Beatitudine d'essere in chiesa! I miei sensi già vigili si placavano in
quell'armonia calda e ricca di vermiglio e d'oro, di fiammelle, di
riflessi, di sacerdoti dai movimenti nobili e ritmici nei càmici di trina,
nelle pianete di damasco. Fra quelle bellezze potevo evadere dalla povertà
di casa mia, dalla meschinità rigida e nuda delle aule scolastiche, dalla
chiassosa volgarità della strada.
Cercava, la mamma, per farmi felice- a quella messa mattiniera di
Natale-di portarmi a sedere proprio dinanzi al presepe, che era esposto a
destra, sotto l'altare. A bocca semichiusa, con occhi estatici ammiravo il
Bambino, contavo i pastori, i mandriani e le loro offerte, e rifacevo con
la fantasia il viaggio dei Re Magi, sotto la guida della stella di
Oriente.
Ma non potevo fare a meno di guardare, volgendo la testa, anche i quadri
della Via Crucis, appesi lungo la navata centrale, e messi in luce dalle
fiamme, dei molti candelabri, tra festoni rossi frangiati d'oro.
by Ada Negri
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