13 dicembre
"Santa
Lucia"
S. Lucia, conservaci la Fede,
ispiraci purezza nei costumi,
sostienici nella lotta e nelle tribolazioni,
donaci la pace.
La
storia
Santa Lucia,
nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, entra con il suo ciuchino,
preceduta dal tintinnio del campanello al collo dell'asino, al quale
si fa riservare un piatto con farina quale ristoro.
Il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, vengono donati regali e dolci
ai bambini.
Un tempo era abitudine far trovare i doni nelle scarpe lasciate sul
cassettone o fuori dalla finestra. Doni tipici erano aranci,
mandarini e qualche bambola di pezza, un tempo il regalo più ambito.
Nacque a
Siracusa, ma non si conosce con certezza la data. La sua vita
d'altra parte è intessuta di elementi leggendari, che stanno a
testimoniare l'enorme venerazione di cui la santa ha goduto e gode.
La sua passio afferma che Lucia subì il martirio sotto Diocleziano,
per cui si è voluto fissare la data di nascita al 283. Il più antico
documento che la riguarda è un'iscrizione del V secolo in cui si
parla di una certa Euskia, morta il giorno "della mia patrona
Lucia".
Secondo la passio la giovane apparteneva a una ricca famiglia
siracusana, promessa sposa a un pagano. Per una malattia della madre
compì un viaggio a Catania, per visitare il sepolcro di S. Agata,
sul quale pronunciò il voto di conservare la verginità. Distribuì
perciò i beni ai poveri e rinunciò al matrimonio. Arrestata su
denuncia del fidanzato, fu sottoposta a diverse torture: condotta in
un lupanare, trascinata da una coppia di buoi, cosparsa di pece
bollente, posta sulla brace ardente. Per sfuggire al carnefice si
strappo gli occhi. Solo dopo questi tremendi tormenti cadde sfinita
e morì. Le sue ossa non si trovano a Siracusa in quanto, come pare,
trafugate dai bizantini, Furono portate a Costantinopoli, da dove
furono saccheggiate dai Veneziani.
L'iconografia risente fortemente dell'episodio dello strappo
volontario degli occhi in quanto la santa i raffigurata con una
tazza in mano su cui sono posti gli occhi. Altri attributi possono
essere una spada oppure anche una tazza da cui esce una fiamma. A
Siracusa le stampe popolari riproducono la santa su un fercolo
d'argento, con un mazzo di spighe in mano, la tazza con gli occhi e
un pugnale conficcato in gola. La sua festa cade il 13 dicembre.
Prima dell'introduzione del calendario moderno (1580) si celebrava
il 21 dicembre il giorno del solstizio invernale, da cui il detto
"S. Lucia il giorno più corto che ci sia". La festa è caratterizzata
da pratiche devozionali di tipo magico-esorcistico e solare-agrario.
Si confezionano in questo giorno pani a forma di occhi che,
benedetti, si mangiano con lo scopo di preservarsi da malattie
oculari. A lei si offrono anche ex voto d'argento a forma di occhi,
che vengono appesi sulla "vara" il giorno della festa. I fuochi
accesi la vigilia della festa sono l'indicazione più evidente che ci
troviamo in presenza di rituali Festivi legati al trapasso
stagionale più delicato dell'anno, col progressivo scemare della
luce, per cui occorre esorcizzare, il pericolo del non ritorno della
luce. La Santa è stata più volte messa in relazione con la dea greca
Demetra o con la romana Cerere, i cui attributi principali erano il
mazzo di spighe e la fiaccola. I fedeli recano come offerta frumento
bollito, cibo cerimoniale che veniva consumato anche nei misteri
della dea greca. "Luce degli occhi, della vista", "luce del mondo",
"luce cosmica": le espressioni rivelano non solo una chiara
simbologia spirituale di grandissima intensità, ma soprattutto
quella visione cosmologica delle civiltà passate e delle moderne
culture contadine in cui s'alternano luce e notte, vita e morte, in
un percorso che nella sua circolarità e garanzia di un eterno fluire
e ritornare delle cose: l'eternel retourn, come direbbe M. Eliade.
Preghiera
O
Santa, che dalla luce hai nome, a Te piena di fiducia ricorriamo
affinchè ne impetri una luce sacra, che ci renda santi, per non
camminare nelle vie del peccato e per non rimanere avvolti nelle
tenebre dell'errore.
Imploriamo altresì, per tua intercessione, il mantenimento della
luce negli occhi con una grazia abbondante per usarli sempre secondo
il divino beneplacito, senza alcun detrimento dell'anima.
Fa, o S. Lucia, che dopo averti venerata e ringraziata, per il tuo
efficace patrocinio, su questa terra, arriviamo finalmente a godere
con Te in paradiso della luce eterna del divino Agnello, il tuo
dolce sposo Gesù.
Amen
Papa Pio X
Preghiera
O
gloriosa Santa Lucia, che alla professione della fede, associasti la
gloria del martirio, ottienici di professare apertamente le verità
del Vangelo e di camminare con fedeltà secondo gli insegnamenti del
Salvatore.
O Vergine Siracusana, sii luce alla nostra vita e modello di ogni
nostra azione, cosicché, dopo averTi imitato qui in terra, possiamo,
assieme a Te godere della visione del Signore.
Amen
Papa Giovanni
XXIII
Il testo della canzone °Santa
Lucia°
Sul
mare luccica, l'astro d'argento.
Placida è l'onda, prospero è il vento.
Venite all'agile barchetta mia!
Santa Lucia, Santa Lucia
Con questo zeffiro così soave,
oh! com'è bello star sulla nave!
Su passaggieri venite
via!
Santa Lucia, Santa Lucia.
In' fra le tende bandir la cena,
in una sera così serena.
Chi non dimanda, chi non desia;
Santa Lucia! Santa Lucia!
Mare si' placido, vento si' caro,
scordar fa i triboli al marinaro.
E va gridando con allegria:
Santa Lucia! Santa Lucia!
O dolce Napoli, o suol beato,
ove sorridere,
dove il creato.
Tu sei l'impero dell'armonia,
Santa Lucia, Santa Lucia!
Or che tardate, bella è la sera.
Spira un auretta fresca e leggera.
Venite all'agile barchetta mia!
Santa Lucia, Santa Lucia.
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