Un ricco mercante di tessuti, ebreo
e cittadino romano. A Gerusalemme per studiare presso la prestigiosa
scuola farisaica del rabbino Gamaliele, diventa un fiero persecutore dei
cristiani, all'epoca guardati con sospetto sia dalle autorità locali che
dai romani. Ebbene, questo ricco mercante un giorno si reca a Damasco
per sopprimere la nascente comunità cristiana e viene accecato lungo il
percorso da quello stesso Gesù che stava perseguitando.
È questa la storia di Saulo di Tarso - dopo la conversione si fa
chiamare Paolo - ed è questa la trama del film interpretato da veterani
come il texano Bailey, gli inglesi Hedley e Brook, dagli emergenti
Brandrup, Bobulova, Lockyer e dagli italiani Nero, Fantastichini, Orsini,
Lombardo Radice, Poggi.
Uomo d'azione, ma anche di pensiero, irruente e mite al tempo stesso,
appassionato e razionale, determinato e anche fragile, ribelle e devoto,
Paolo di Tarso è ancora oggi oggetto di dibattito e interesse. È a
questo apostolo che si deve l'impronta nuova e rivoluzionaria data
all'opera di evangelizzazione della prima Chiesa.
Infatti Paolo di Tarso ha per primo sostenuto la necessità di portare la
parola di Cristo non solo agli ebrei, ma a tutti i popoli. Per questo la
sua predicazione ha attraversato tutto il Mediterraneo, passando per
Cipro, Corinto, Atene, fino ad arrivare a Roma.
Paolo così, appartenendo ad un popolo conquistato, conquista un impero
con il dirompente fascino del messaggio evangelico. E questo film
racconta proprio l'incredibile cambiamento di un uomo destinato a mutare
il corso degli eventi, a trasformare l'umanità...